I diamanti sono senza dubbio una tra le forme di investimento più interessanti e redditizie; esenti da tasse, queste pietre preziose hanno, al pari dell’oro, un valore intrinseco che di fatto le rende insensibili alle oscillazioni dell’inflazione e, di conseguenza, le mette al sicuro dal rischio di default.
Per questo motivo l’acquisto di diamanti è sostanzialmente un investimento sicuro, a rischio pressoché nullo, con un rendimento crescente nel tempo dovuto principalmente al fatto che queste pietre preziose sono un bene in fase di esaurimento.
Negli ultimi decenni, infatti, il valore dei diamanti ha visto un incremento medio del 4,5% annuo, seguendo un trend stabilmente al rialzo, e le previsioni sulle quotazioni lasciano ben credere che tale tendenza proseguirà anche nel prossimo futuro.
Chi vuole acquistare un diamante come forma di investimento, però, deve sapere che il rendimento effettivo potrà variare sulla base delle caratteristiche della pietra scelta.
Per via del fatto che ogni diamante è a tutti gli effetti un esemplare unico, infatti, non è possibile stabilire a priori come varierà nel tempo il suo valore.
Quest’ultimo, infatti, è funzione delle caratteristiche di ogni singola pietra, e dipende, quindi, da elementi quali il colore, il taglio, la caratura e la purezza.
Prima di investire, quindi, è opportuno valutare tutti questi aspetti e per farlo in maniera agevole e precisa, si può consultare il Rapaport, vale a dire il report pubblicato ogni settimana su cui poter consultare la variazione dei prezzi al carato dei diamanti sulla base delle quattro caratteristiche menzionate prima.
Altro elemento da tenere in conto è, poi, la maggiore o minore difficoltà nel vendere i diamanti sulla base della loro dimensione; in particolar modo per le pietre che superano i due carati, più rare e più preziose, può, infatti, risultare difficile trovare un acquirente e di conseguenza un’eventuale vendita richiederà il supporto di un intermediario con, ovviamente, una spesa aggiuntiva data dalle relative commissioni, spesso molto alte.
Un ultimo aspetto che andrà considerato nella valutazione di un investimento in diamanti e del suo relativo rendimento è, infine, il trattamento fiscale.
Queste pietre preziose, nello specifico, presentano il grande vantaggio di non essere soggette ad alcuna tassazione governativa sia al momento dell’acquisto che negli anni successivi, beneficio che si riflette anche nell’assenza di tasse di successione.
In aggiunta, è importante sottolineare che i diamanti non sono sottoposti neppure alla tassa sulle plusvalenze, e quindi non vengono impattati dal cosiddetto capital gain, e che, qualora venissero tenuti in banca, non potrebbero essere oggetto di un un’eventuale operazione di bail-in da parte dell’istituto di credito.
Ciò che invece si deve pagare quando si acquista un diamante è, in conclusione, l’IVA sull’intero valore che, trattandosi di un bene di lusso, nel nostro Paese ammonta al 22% e che non può essere recuperata.
Questa imposta, però, non sussiste nel caso in cui si acquistino pietre depositate in cassette situate in una zona franca come, ad esempio, Genova, Gorizia e la Valle D’Aosta in Italia e Anversa, Rotterdam e Le Havre in Europa.