La qualità e il prezzo di un diamante sono determinati da quattro differenti fattori, che in gergo tecnico sono chiamati le quattro C: si tratta della purezza (clarity), del numero dei carati, del colore della pietra e del taglio (cut).
Le prime tre caratteristiche sono quelle naturali della pietra, mentre l’ultima viene data all’esemplare dall’uomo.
Maggiore è l’abilità del tagliatore e migliore è la bellezza del risultato finale.
Il valore dei diamanti è dato dall’insieme di questi elementi ed è estremamente raro trovare un esemplare dove tutti questi fattori siano di alta qualità. Di conseguenza sono molto costosi.
I diamanti vengono ampiamente usati in gioielleria, tuttavia bisogna tenere a mente che si tratta di beni rifugio in quanto mantengono il loro valore persino durante le peggiori crisi economiche.
Al contrario, quando le classiche forme di investimento vengono abbandonate, i diamanti aumentano le proprie quotazioni sul mercato perché li si preferisce rispetto al mattone, alle azioni e alle obbligazioni.
Proprio per questo motivo la corretta valutazione di un diamante risulta essere fondamentale, sia per i grandi investitori che per i piccoli risparmiatori e per i gioiellieri.
In tutti i casi deve essere effettuata da gemmologi qualificati oppure da istituti riconosciuti a livello internazionale, ad esempio l’IGR Diamanti a Roma.
La purezza di un diamante è perfetta quando la pietra non presenta alcun segno visibile o imperfezioni superficiali.
Le inclusioni sono comunque molto frequenti, di conseguenza le pietre veramente pure sono rare e costose.
Al tempo stesso occorre tenere a mente che gran parte delle imperfezioni sono visibili solo usando lenti a 10 ingrandimenti.
Per questo, quando si acquista un diamante e non si è esperti nel settore, è bene chiedere di vedere il rapporto GIA riguardante la classificazione della pietra.
Il taglio determina la brillantezza e la forma della gemma in quanto le sfaccettature riflettono la luce e danno valore alla pietra.
Occorre che l’operazione sia eseguita a regola d’arte perché un taglio troppo profondo oppure superficiale riduce la qualità del diamante e, di conseguenza, il suo valore.
Inoltre è bene ricordare che alcuni tagli danno maggiore risalto alla bellezza della gemma: proprio per questo motivo il taglio a brillante risulta essere quello maggiormente diffuso e più apprezzato.
Comunque, se l’acquisto viene fatto per motivi personali e non come forma di investimento, è possibile seguire i propri gusti e optare anche per tagli originali.
Tra questi si ricordano il taglio a goccia, quello marquise e quello a cuore.
Molto apprezzati e comuni sono anche le soluzioni principessa, a smeraldo e rotonde.
Inoltre il taglio viene classificato come Eccellente, Buono o Povero in base alla sua qualità.
Le prime due tipologie sono più costose, però in questo modo ci si assicura l’acquisto di una pietra di pregio.
I diamanti più pregiati sono incolori e hanno una grande brillantezza: infatti riflettono meglio la luce.
La maggior parte di queste pietre preziose presenta colori nello spettro del marrone e del giallo, tuttavia le sfumature più lievi sono impossibili da vedere a occhio nudo.
Un esemplare assolutamente incolore (qualità D) è molto costoso e in genere è alla portata di chi non ha problemi di budget.
Soluzioni alternative ma di alta qualità sono i diamanti bianco ghiaccio, bianco accettabile o bianco commerciale, che risultano incolori quando vengono esaminati di fronte.
Bisogna porli uno sfondo perfettamente bianco per rilevare la loro lieve sfumatura gialla.
Comunque è quasi impossibile distinguerli da quelli perfettamente incolori una volta montati.
Sono di qualità leggermente inferiore le gemme chiare oppure argento.
Un altro aspetto da considerare riguarda la fluorescenza del diamante: più è debole e migliore è il pregio dell’esemplare.
Molto rari e costosi sono anche i diamanti colorati, definiti gemme fantasia; possono essere rosa, rossi o addirittura neri.
Infine il valore delle gemme è determinato dal loro peso, cioè dalla loro misura in carati.
Si tratta dell’ultimo fattore da considerare in quanto non influenza la qualità della gemma, ma soltanto la sua rarità: infatti le pietre di alta caratura sono difficili da trovare in natura.
In gioielleria si utilizzano soprattutto i formati da 2, 1 e 1/2 carato, che sono anche le soluzioni più adatte per i classici anelli di fidanzamento.
Infatti occorre tenere a mente che un diamante troppo grosso risulta essere pacchiano una volta inserito nella montatura e indossato
In questo caso è meglio optare per un esemplare elegante, di classe e di grande bellezza.
Ciò non vale per i diamanti da investimento, che sono lasciati sfusi.
Comunque, anche in questo caso, spesso si preferisce valutare la qualità della pietra rispetto al suo peso.
Al tempo stesso bisogna considerare come il numero dei carati determini il peso e non le effettive dimensioni della gemma.
Infatti questa unità di misura equivale a 0,2 grammi e un diamante da 1 carato non è il doppio di un esemplare da mezzo carato.
Bisogna rivolgersi a operatori professionali riconosciuti, seri e affidabili quando si effettua l’acquisto.
Infatti in commercio si trovano anche diamanti artificiali, che però hanno un valore inferiore rispetto a quelli naturali.